Ecco uno dei vantaggi (e occasionali pericoli) della nostra era di internet – non è mai stato così facile per gli attivisti diffondere i loro messaggi in lungo e in largo, tanto più quando si spruzza un po’ di acume tecnologico e di hacking. Sì, sto parlando di Anonymous, quelli delle onnipresenti maschere bianche. Vi siete mai chiesti cosa significhino in realtà quelle maschere di Anonymous?

Vale la pena di rispolverare ora, considerando l’influenza e la longevità del gruppo. La cultura che ha dato origine ad Anonymous è stata in fermento per anni prima che finalmente sbocciasse in qualcosa di visibile sulla scena pubblica, anche per gli osservatori meno esperti di tecnologia. Ma dalla loro campagna contro la iper-repressiva Chiesa di Scientology nel 2008 (una causa a cui sono rimasti interessati a lungo termine), sono stati un emblema abbastanza prominente della moderna protesta di massa, essendo anche coinvolti in Occupy Wall Street, così come nelle sparatorie di Michael Brown e Tamir Rice. E per tutto il tempo, si vedono sempre più maschere – visi pallidi sorridenti con sottili baffi neri, e sopracciglia strette e sollevate.

Bene, fortunatamente, questa è una domanda con una risposta abbastanza chiara, ed è sia storicamente che culturalmente interessante. La maschera che si vede indossata nelle proteste di Anonymous è chiamata maschera di Guy Fawkes, così chiamata per un britannico del XVII secolo che infamemente tentò di bombardare la Camera dei Lord. Stava progettando di assassinare il re Giacomo I in modo che sua figlia cattolica potesse salire al trono.

ANNE-CHRISTINE POUJOULAT/AFP/Getty Images

Il piano divenne noto come “Gunpowder plot”, e non funzionò – Fawkes fu catturato, torturato in modi orribili e infine messo a morte per il suo coinvolgimento. E per secoli i britannici avrebbero usato queste maschere, con quella distinta caricatura del suo volto, per fare effigi da distruggere nell’anniversario del complotto: 5 novembre 1605.

Adam Berry/Getty Images News/Getty Images

È possibile che questa storia ti suoni familiare, anche se non sei il tipo che segue la storia troppo attentamente, e c’è una buona ragione per questo. Guy Fawkes è stato trasformato in un’icona pop-culturale piuttosto immortale dalla graphic novel V For Vendetta del 1980 di Alan Moore/David Lloyd, e ancora di più con l’uscita dell’adattamento cinematografico nel 2005. Ritratto come un vigilante che brandisce una lama e distrugge la tirannia con una facciata di Guy Fawkes fissata permanentemente sul suo volto, il protagonista “V” ha contribuito a riportare la maschera sotto i riflettori del pubblico. Solo un paio di anni dopo, e spuntavano dappertutto, il volto di una nuova generazione di proteste high-tech.

Quanto al significato reale per chi lo indossa, questo è più difficile da sapere. Le motivazioni e le azioni personali di Fawkes non devono pesare tanto quanto la storia e l’iconografia che ne derivano. In ogni caso, sia che venga usata in senso puramente utilitaristico (per tenere nascosta l’identità), o come un inno all’amata opera di Lloyd e Moore, o come icona autonoma di resistenza all’autorità, potrebbe passare alla storia come la “maschera anonima”: Getty Images (2)

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