MOSCA — Il leader della Chiesa ortodossa russa, il Patriarca Kirill, ha approvato la decisione di un tribunale religioso di spogliare del suo rango religioso un prete russo ultraconservatore, che nega il coronavirus, che ha preso il controllo di un convento negli Urali con l’aiuto di guardie cosacche.
Il sito ufficiale della Chiesa ortodossa russa ha annunciato la decisione del patriarca Kirill il 24 luglio, tre settimane dopo che il tribunale diocesano della regione di Sverdlovsk ha stabilito che lo Schema-egumeno Sergiy (Nikolai Romanov) ha mostrato disobbedienza verso le autorità della chiesa e quindi deve essere spogliato del suo grado religioso.
Padre Sergiy, l’abate di un monastero maschile nella regione di Sverdlovsk, fece notizia in giugno dopo aver preso con la forza il monastero femminile di Sredneuralsk con l’aiuto delle guardie cosacche.
E’ noto per le sue pubbliche lodi al dittatore sovietico Josef Stalin, e per aver negato il coronavirus, che chiama un complotto occidentale.
Padre Sergiy ha anche pubblicamente condannato l’ordine della chiesa in aprile di fermare le funzioni religiose per prevenire la diffusione del coronavirus. Settimane dopo, la diocesi di Ekaterinburg gli impedì di predicare e lanciò un’indagine sulla sua condotta, citando la sua posizione sul coronavirus e la sua interferenza con la politica della chiesa durante la pandemia.
Ancora, si rifiutò di seguire la decisione della diocesi e continuò a predicare.
Dopo aver preso con la forza il convento in giugno, padre Sergiy ha rilasciato diverse dichiarazioni politiche, dicendo che gli emendamenti costituzionali offerti dal presidente Vladimir Putin “legalizzerebbero un sistema schiavista.”
“Ciò significa che legalizzeremo volontariamente il potere del futuro Anticristo e dei suoi schiavi. Mi appello a tutti i popoli della Russia – non andate ai seggi elettorali!” ha detto in una dichiarazione a giugno.
Gli elettori russi hanno approvato in modo schiacciante gli emendamenti in una votazione che si è conclusa il 1 luglio.
Tra le altre cose, gli emendamenti costituzionali permettono a Putin, un ex ufficiale del KGB di 67 anni che ha governato la Russia come presidente o primo ministro per più di 20 anni, di rimanere al potere fino al 2036 se sceglie di candidarsi di nuovo dopo la fine del suo attuale mandato nel 2024.