hfncommendedCon un’eredità che può essere fatta risalire a oltre 60 anni fa, e ancora ora solo nella sua quarta generazione, l’Heresy è manna dal cielo per l’audiofilo anticonformista

Il marchio americano di diffusori Klipsch ha una storia più lunga di molti, qualcosa sottolineato dal suo nuovo slogan “p***ing off the neighbours since 1946”. E il suo modello Heresy risale al 1957, quando il fondatore dell’azienda Paul W Klipsch sviluppò per la prima volta un compatto diffusore da pavimento a tre vie per fungere da altoparlante centrale in un’installazione stereo. Da allora è rimasto parte della scuderia Klipsch, subendo revisioni prima nel 1985 e poi nel 2006. Ora è stato rilanciato come Heresy IV, al prezzo di 3500 sterline la coppia, e costituisce il punto d’ingresso della gamma Klipsch Heritage.

Lo stile dei diffusori ha fatto molta strada dai tempi di Elvis Presley e Pat Boone, ma non si direbbe a guardare l’Heresy IV. Infatti, coloro che amano i diffusori da pavimento alti, snelli e curvi di oggi potrebbero vedere questo modello tozzo, alto 63 cm, con sospetto. Tuttavia, mentre il fattore di forma richiede un po’ di tempo per abituarsi, l’estetica complessiva è piuttosto affascinante.

Tractrix Tactics
L’Heresy IV è all’altezza della sua fattura Heritage e non si allontana molto dal look del suo progenitore, con bordi squadrati e una finitura in legno impiallacciato disponibile in noce americano, ciliegio naturale, rovere invecchiato o frassino nero satinato. Sotto ci sono i cabinet in MDF, realizzati nello stabilimento Klipsch di Hope, Arkansas. La griglia magnetica – anch’essa rinnovata per questa generazione – si aggiunge all’atmosfera retrò, e con gli altoparlanti neri e i loro fissaggi esposti sotto, ho subito scoperto che preferivo la griglia lasciata accesa.

Con 40 cm di profondità e 33 cm di larghezza, l’Heresy IV spinge il concetto di diffusore “compatto” al limite, ma è ragionevolmente facile da manovrare durante la configurazione, grazie a un peso moderato di 21 kg. Viene fornito con la sua base già attaccata; un rialzo nero opaco inclinato che fa sì che il baffle anteriore si inclini leggermente verso l’alto, un metodo per – si spera – concentrare l’uscita degli altoparlanti all’altezza dell’orecchio. La base può essere rimossa se si preferisce l’installazione in un cabinet o il posizionamento su (grandi) stand.

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Il principio ingegneristico di base dell’Heresy IV può anche essere ricondotto al suo antenato degli anni ’50. Si tratta di un modello a tre vie, che utilizza un woofer da 305 mm con midrange caricato a tromba e driver a compressione per le alte frequenze. Tuttavia questo aggiornamento introduce diverse nuove caratteristiche rispetto all’Heresy III del 2006. La principale tra queste è una porta posteriore, la prima in assoluto su un modello Heresy, che permette al diffusore di rivendicare una migliore sensibilità ed estensione dei bassi.

Questa nuova aggiunta prende in prestito dal playbook dei diffusori Klipsch, utilizzando la sua familiare geometria a tromba Tractrix; le sue porte, dice l’azienda, hanno “il più efficiente, più veloce trasferimento dell’aria nella loro classe”, mentre le svasature interne lavorano per ridurre sia la turbolenza dell’aria che il rumore della porta.

Il driver a compressione HF di Heresy IV è un’evoluzione di quello di Heresy III, montando un diaframma in titanio K-107-TI 1in all’interno di una tromba Tractrix. Klipsch ha apportato modifiche anche qui, inserendo un nuovo tappo di fase per migliorare la dispersione.

Crossover complesso
Sotto la tromba del tweeter si trova il driver più aggiornato del diffusore, un midrange a compressione da 44,5 mm (il K-702 in poliimmide), sempre caricato a tromba. Insieme ai driver rinnovati e al design bass reflex dell’Heresy IV c’è un crossover altrettanto complesso basato sul modello a “pendenza ripida” dei modelli La Scala, Cornwall e Klipschorn dell’azienda. Il crossover dei bassi/medi è impostato ad un ottimisticamente alto 850Hz, mentre il tweeter pattuglia da 4.5kHz in su. Un pannello d’ingresso in alluminio sul retro del diffusore offre due morsetti per scenari bi-wire/bi-amp, che alimentano il cablaggio interno fornito da AudioQuest.

La scheda tecnica implica un diffusore molto sensibile che è altrettanto facile da guidare. C’è anche una pretesa flessibilità di posizionamento, anche se le nuove porte posteriori richiedono almeno 30 cm dalla parete posteriore, mentre il posizionamento più all’interno della stanza è raccomandato se l’energia dei bassi diventa troppo incontrollata. Ho optato per una classica disposizione a triangolo equilatero, con le casse distanti circa due metri l’una dall’altra.

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I diffusori che non richiedono un’amplificazione significativa per dare spettacolo avranno sempre un fascino, non ultimo da parte del fan club dei triodi 300B, e dal punto di vista della sola capacità di pilotaggio le Heresy IV sono davvero molto speciali. Faccio fatica a ricordare un diffusore che abbia tanta spinta come questo aspirante vintage. Suona forte con il minimo sforzo, un attributo che inevitabilmente informa la sua presentazione complessiva. C’è un’impressionante capacità dinamica, una natura diretta per i suoi medi e alti, e un basso scattante.

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